Vai al contenuto

Professione

L’insieme delle informazioni legate alla professione della dott.ssa Laura Mullich.

La mediazione familiare è un percorso, che si compone di un numero limitato di sedute, mediante il quale viene promossa la collaborazione di risoluzione dei conflitti in coppie in fase di separazione.

La mediazione non è una terapia di coppia, e non viene prescritta per salvare una coppia dalla crisi, ma è utile per accompagnarla in una nuova fase della vita; ciò avviene mediante l’accettazione della crisi del rapporto e delle sue ragioni, cui solitamente segue una “composizione armonica” del conflitto, che rispetti i bisogni di tutti i soggetti coinvolti.

Ciò rende la mediazione familiare talora indispensabile nei casi in cui la coppia abbia dei figli; infatti, esprimendo liberamente ed in sicurezza i reciproci bisogni, i genitori, grazie all’intervento del mediatore, saranno in grado di superare gli interessi individuali e potranno così perseguire un interesse comune, e cioè l’interesse dei figli, secondo il principio della co-genitorialità. Esso sancisce che un bambino o un adolescente ha il diritto a mantenere un rapporto stabile e significativo con entrambi i genitori, anche nel caso in cui questi siano separati. Tale diritto si basa sul fatto che essere genitori è un impegno che si prende nei confronti dei figli e non dell’altro genitore, per cui esso non può e non deve essere influenzato da un’eventuale separazione. Né sul figlio si può far ricadere la responsabilità di scelte separative dei genitori.

Percorsi psicoanalitici intensivi

Freud ha rivendicato fin dall’inizio un riconoscimento scientifico della psicoanalisi, avendo creato e sviluppato una tecnica di investigazione rigorosa, standardizzata e riproducibile. Si tratta del metodo associativo applicato nel contesto della regola fondamentale. Tale regola richiede che il paziente esprima tutto ciò che gli viene in mente, senza mentire e senza preoccuparsi di scegliere ciò che a suo parere è più significativo, rilevante o ragionevole.

Nei percorsi intensivi proposti la metodologia freudiana si realizza in un’unica giornata. In questo tipo di situazione, oltre alla parola e ai silenzi, entrano nella relazione anche altri elementi come fotografie, filmati, scritti e via dicendo.

Possono essere esperienze limitate ad una singola giornata, o essere ripetute con la cadenza che analista e paziente concordano.

Supervisione psicoanalitica individuale e di gruppo

La supervisione permette la trasmissione, rispettivamente l’acquisizione, tra supervisore e allievo, del sapere che ha come sbocco la trasformazione di un apprendista in un esperto nella disciplina della psicoanalisi.

Quella psicoanalitica è una formazione permanente, continua, che serve ai giovani terapeuti che stanno apprendendo l’esercizio della professione, ma serve anche ai terapeuti esperti, che hanno la necessità di lavorare sulla propria emotività e sulla propria affettività, in modo da ristabilire il proprio equilibrio ulteriore e perfezionare la propria capacità di gestione emozionale.

Le emozioni inespresse non moriranno mai. Sono sepolte vive e usciranno più avanti in un modo peggiore.
Sigmund Freud

Trattamento psicoanalitico delle psicosi e degli stati al limite

Nel trattamento del paziente psicotico o borderline, il primo scopo è quello di migliorare il suo mondo delle rappresentazioni oggettuali e del sé. In tale ottica la psicoanalisi appare il mezzo più adeguato al raggiungimento di tale scopo. La terapia farmacologica, in molti casi necessaria, non appare sufficiente. I farmaci antipsicotici possono modificare i sintomi più evidenti (terrore, confusione, allucinazioni ….) ma non modificano il mondo delle rappresentazioni oggettuali e del sé del paziente. Di conseguenza, se usati da soli, portano ad una riduzione temporanea dei sintomi, che si ripresentano puntualmente dopo un certo lasso di tempo. In teoria, con la psicoanalisi l’obiettivo che si intende raggiungere è il mettere il paziente in condizione di comprendere e risolvere i propri conflitti in una prospettiva evolutiva e successivamente cambiare il suo mondo delle rappresentazioni oggettuali e del sé.

Trattamento psicoanalitico di soggetti abusati e maltrattati

L’abuso o il maltrattamento di donne, bambini e adolescenti è rappresentato da tutte le forme di cattivo trattamento fisico e/o affettivo, abuso sessuale, incuria o trattamento negligente, nonché sfruttamento sessuale o di altro genere, che provocano un danno reale o potenziale alla salute, alla sopravvivenza, allo sviluppo o alla dignità dell’individuo, nell’ambito di una relazione di responsabilità, fiducia o potere. Oltre ai maltrattamenti verso donne e minori vi sono spesso comportamenti e atteggiamenti violenti nei confronti di soggetti deboli (disabili, anziani, ammalati…). Il maltrattamento può essere fisico, morale, psicologico, economico e via dicendo. Certamente gli autori delle violenze vanno denunciati, ma è necessario che la vittima sia protetta e rinforzata in modo da poter gestire ciò che alla denuncia fa seguito e che è anch’esso doloroso e stressante. Non basta poi che la situazione in cui i maltrattamenti si sono svolti finisca: occorre un’elaborazione dei vissuti relativi alla condizione subita, in modo da ripristinare una sana autostima e da aumentare la consapevolezza di sé e del proprio diritto al rispetto nelle relazioni personali e sociali.

Le emozioni inespresse non moriranno mai. Sono sepolte vive e usciranno più avanti in un modo peggiore.
Sigmund Freud

Trattamento psicoanalitico della depressione post-partum e post-aborto

Si crede erroneamente che la maternità debba essere sempre un momento facile e naturale per la donna che lo vive, come mangiare e dormire, che la maternità debba comportare esclusivamente gioia e serenità, che le madri debbano essere sempre felici di dedicarsi completamente ed esclusivamente ai loro bambini, che un disturbo dell’umore dopo il parto sia quindi segno di debolezza e non un vero e proprio disturbo. In realtà, la maternità, anche quando non complicata, comporta un nuovo ruolo che va appreso progressivamente, e che, come qualunque altro cambiamento, comporta sempre un’elevata quota di stress.

Nel post partum circa l’85% delle donne manifesta un qualche tipo di disturbo dell’umore. Per la maggior parte i sintomi sono lievi, di breve durata e si risolvono spontaneamente; il 15-20% delle donne sviluppa invece sintomi più significativi di depressione o ansia.

Nel Baby Blues si verifica una condizione di estrema stanchezza fisica della neo mamma legata sia alle fatiche del parto, sia al repentino cambiamento ormonale, sia allo stress vissuto nel travaglio e nel momento proprio del parto che predispone ad uno stato di stanchezza e di difficoltà nel relazionarsi con il proprio partner e con i familiari.

Con il termine “depressione post partum” viene indicata la vera forma depressiva che si manifesta dopo il parto e che può mantenersi per circa 6-7 mesi inalterata se non si interviene in modo appropriato. L’intensità di questa sintomatologia può variare da un lieve disagio nel gestire i rapporti all’interno del proprio nucleo familiare ad una totale difficoltà nell’affrontare gli eventi più banali legati o no alla maternità. In questi casi la madre va seguita attentamente sia dal medico sia dai familiari in quanto i mesi dopo il parto sono molto delicati per la madre e per il bambino.

La psicosi puerperale è la manifestazione più grave della depressione post partum: si tratta, infatti, di una forma grave di psicosi con un’incidenza stimata intorno all’ 0.2%.

I sintomi compaiono nell’arco di 15 – 20 giorni in tutta la loro gravità e fra i principali abbiamo allucinazioni visive ed uditive associate ad uno stato delirante e più volte di tipo maniacale. Le neo-mamme in questi casi sono totalmente incapaci di affrontare la vita quotidiana e di accudire il proprio bambino.

In questi casi è assolutamente necessario l’intervento specialistico, spesso anche farmacologico.

La Sindrome Post Aborto (PAS) è studiata già da molto tempo negli Stati Uniti. Si afferma che il 62% delle donne che hanno effettuato interruzioni volontarie della gravidanza soffre di questa sindrome con conseguenze psico-fisiche anche gravi. Le più ricorrenti conseguenze nel post aborto sono quelle tipiche del disturbo post traumatico da stress: il senso di colpa in primis, mai assente, in forma palese o nascosta; il rancore, con sentimenti di ostilità e addirittura di odio, per coloro che hanno contribuito alla scelta abortiva, con eventuali gravi ripercussioni sulle relazioni di coppia. Sono frequentemente presenti ansia, angoscia, tristezza, senso di vuoto. Ci sono infine forme di autopunizione, come il ricorso a dipendenze da alcool o da droghe, l’autolesionismo e la drastica perdita di autostima, i pensieri e talora i tentativi) di suicidio, spesso legati a date speciali, come l’anniversario dell’aborto o della data presunta del parto, fino alla ripetizione dell’aborto stesso.

Prigioni senza sbarre

Quando Franco Basaglia avviò la grande riforma dell’istituzione psichiatrica, tradotta nella Legge 180 del 1978 tuttora in vigore, si parlò giustamente e inevitabilmente di libertà e di riconoscimento della dignità dei malati mentali. Chiusura dei manicomi (giustissima), fine dell’internamento dei pazienti psichiatrici. A più di… Leggi tutto »Prigioni senza sbarre

Consulenze tecniche e perizie di parte

La consulenza tecnica di parte può essere richiesta nell’ambito di procedimenti giuridici:

  • civili, nei casi di separazione, divorzio e affidamento;
  • penali, nei casi di maltrattamenti, abusi e violenza sui minori.

La figura del consulente tecnico riveste un ruolo fondamentale per la risoluzione di questioni complesse che dipendono da valutazioni di carattere tecnico.
Il consulente di parte, oltre ad assistere alle operazioni del consulente del giudice (CTU), partecipa alle udienze e alla camera di consiglio. Deve essere presente ogni volta che intervenga il consulente del giudice. Lo scopo del suo intervento è di rappresentare e chiarire le sue osservazioni sui risultati delle indagini tecniche.
La scelta di avvalersi di una consulenza tecnica è lasciata alla discrezione della singola parte.

Floriterapia di Bach

I fiori di Bach sono 39 rimedi floreali utili per sbloccare la forza reattiva di un individuo. Salute del corpo e stato d’animo non sono scissi. I fiori di Bach lavorano su entrambi i fronti e ciascuno di essi è indicato per personalità diverse, produce effetti e lavora sull’emotività in modo diverso. 

Edward Bach indicò per ogni stato mentale il rimedio floreale più adatto. Bach aveva capito che, ad esempio, una persona con la paura di perdere il controllo non avrebbe mai potuto essere trattata e curata come chi avesse voluto superare un trauma di qualsiasi natura. Curarsi attraverso i fiori di Bach dunque ci spinge anche a conoscere meglio chi siamo nel profondo, attraverso quella fase delicata che è la scelta del rimedio che fa per noi.

fiori di Bach non curano la malattia, ma sono volti a sbloccare la forza reattiva di un individuo e a mobilitare le forze interiori per innescare un cambiamento positivo. L’essenza indicata lavora sul riequilibrio degli atteggiamenti emozionali negativi che favoriscono l’insorgere dei disturbi più vari. 

Curarsi attraverso i fiori di Bach dunque spinge anche a conoscere meglio se stessi nel profondo, attraverso quella fase delicata che è la scelta del rimedio appropriato. 

Sono molto indicati anche i fiori di Bach per i bambini, perché non danno effetti collaterali, non creano dipendenza, non si può andare in iperdosaggio. Anzi può ben dirsi che i bambini sono i migliori fruitori dei fiori di Bach perché non hanno preconcetti e reagiscono in maniera veloce e duratura. Non vi sono particolari controindicazioni, eccezion fatta per quella che viene chiamata crisi di coscienza, consistente in un acutizzarsi dei sintomi poco prima della guarigione. 

CORSI MONOGRAFICI

I Corsi Monografici sono corsi di approfondimento di tematiche inerenti la Psicoanalisi e sono rivolti a tutti coloro che siano interessati ad approfondire le tematiche proposte.

I corsi monografici (della durata di 2 o 3 giorni) affrontano tematiche specifiche che si prestano ad essere integrate nelle competenze di professionalità diversificate.

mini-corsi monografici, corsi, seminari, tavole rotonde, approfondimento di testi, convegni, corsi residenziali.

SEMINARI

Con i seminari si mette a disposizione la competenza acquisita nel campo della Psicoanalisi per rispondere alle esigenze di aggiornamento e arricchimento professionale di chi opera nell’ambito della prevenzione e cura della sofferenza e del disagio psichico e relazionale.

I seminari si svolgono generalmente in una giornata intera, e di solito vengono proposti nei weekend.

CORSI RESIDENZIALI

Si tratta di corsi settimanali a numero chiuso, organizzati in piacevoli località italiane.

Il corso residenziale comprende, oltre alla formazione, ospitalità completa, con vitto e alloggio e condivisione in gruppo della quotidianità.

CONVEGNI

I Convegni, in collaborazione con la Scuola di Psicoanalisi Freudiana e con altre realtà attive in Psicoanalisi o in altri ambiti scientifici, vengono generalmente proposti in weekend organizzati in varie località nel territorio nazionale.

INCONTRI DI APPROFONDIMENTO

Si tratta di incontri in presenza e online, aperti a tutti, della durata di 2 o 3 ore, inerenti le varie tematiche di interesse psicoanalitico.

Psicoanalisi classica individuale

La psicoanalisi è una modalità di trattamento basata sull’esplorazione dei fattori che determinano i comportamenti e le emozioni (e di cui le persone non sono consapevoli).

Questi fattori inconsci possono essere causa di condizioni stressanti e d’ infelicità. A volte si manifestano come sintomi veri e propri, in altri casi determinano tratti di personalità problematici, difficoltà lavorative, affettive e relazionali, disturbi dell’umore o dell’autostima. La causa del malessere è determinata dunque da elementi patogeni inconsci e per questo motivo i consigli di parenti o amici, la lettura di libri d’auto-aiuto ed altri tentativi del genere sono destinati a non dare sollievo.

La psicoanalisi si basa sui concetti che riguardano i processi mentali inconsci originariamente elaborati da Sigmund Freud.

Il trattamento psicoanalitico è in grado di rivelare in che modo i fattori inconsci influiscono sulle relazioni attuali e sui “pattern” di comportamento e, favorendo collegamenti con le origini storiche, può mostrare come questi fattori si sono sviluppati nel tempo (aiutando l’individuo a gestire meglio la propria realtà attuale).

Nel corso di un trattamento psicoanalitico la relazione col terapeuta, che inevitabilmente si sviluppa, assume tratti influenzati dal “mondo interno” del paziente. Tale relazione permette sia all’analista che all’analizzato di condividere un’esperienza esplorativa intensa.  In questo modo molti aspetti della persona possono essere capiti più profondamente ed è possibile lavorare sull’opportunità di promuovere auspicabili trasformazioni.

Non è necessario che una persona senta in sé il bisogno di una “terapia” psicoanalitica, ma desideri trarre beneficio da un’esplorazione del proprio mondo interno e del proprio modo di relazionarsi con le persone che lo circondano.

Un desiderio di conoscersi meglio e di funzionare meglio nel mondo è la motivazione necessaria per intraprendere una psicoanalisi.

La frequenza delle sedute e la durata dell’analisi variano a seconda delle esigenze di ogni singolo trattamento e in relazione alle caratteristiche di ogni paziente.

Sia l’analista che il paziente s’impegnano seriamente nella definizione del setting formale (orari, pagamento delle sedute… ) – traduzione dal sito IPA – International Psychoanalytical Association

Psicoanalisi di gruppo

Possiamo distinguere tra due principali possibilità di psicoanalisi di gruppo:

L’analisi in gruppo: l’obiettivo è quello di un’analisi individuale dei singoli componenti, promossa dai processi interattivi del gruppo. Si applicano al gruppo i principi della psicoanalisi, come avviene nel setting individuale, l’interpretazione dei disturbi psichici mediante i lapsus, le libere associazioni, i sogni, le resistenze degli individui, pur favorendo gli scambi tra i vari membri del gruppo.

L’analisi del gruppo: il focus non è tanto sui singoli componenti, ma le dinamiche interattive sono focalizzate sull’analisi del gruppo in quanto tale che assume valenza in sé.

L’analisi si pone in una posizione in cui si approfondiscono da un lato i processi individuali attraverso il gruppo, dall’altro quelli del gruppo attraverso i contributi dei suoi componenti. Il gruppo si configura come un luogo adeguato all’amplificazione e intensificazione dei meccanismi di identificazione proiettiva e il gruppo viene valorizzato non tanto perché attiva parti particolarmente primitive della mente, ma perché risulta come una rete di identificazioni proiettive multiple, dall’analisi della quale l’individuo può riconsiderare la costituzione del suo sé, dato che ogni individuo è in realtà costituito da un insieme di individui o parti individuali. In questo modo l’individuo immerso nel gruppo acquisterebbe la consapevolezza della sua struttura multipla e del suo essere multiplo anziché singolo.

Le emozioni inespresse non moriranno mai. Sono sepolte vive e usciranno più avanti in un modo peggiore.
Sigmund Freud

Supervisione psicoanalitica individuale e di gruppo

La supervisione, una delle istituzioni più interessanti in psicoanalisi, assolve due funzioni principali:

1) pedagogica: la funzione pedagogica della supervisione permette la trasmissione, rispettivamente l’acquisizione, tra supervisore e allievo, del sapere che ha come sbocco la trasformazione di un apprendista in un esperto nella disciplina della psicoanalisi.

2) terapeutica: la funzione terapeutica della supervisione si esercita sulle ansie depressive e persecutorie che l’allievo si procura nelle sue terapie.

Quella psicoanalitica è una formazione permanente, continua, che serve ai giovani terapeuti che stanno apprendendo l’esercizio della professione, ma serve anche ai terapeuti esperti, che hanno la necessità di lavorare sulla propria emotività e sulla propria affettività, in modo da ristabilire il proprio equilibrio ulteriore e perfezionare la propria capacità di gestione emozionale.

CONSULENZA PSICOANALITICA

L’obiettivo della consulenza consiste nell’inquadrare il problema presentato dalla persona, dal punto di vista diagnostico e nel contesto della personale condizione di vita.
Si considera il disagio psichico in tutte le forme in cui può manifestarsi con:

  • malessere esistenziale più comune;
  • psicopatologie più strutturate come nevrosi, ansia, depressione, attacchi di panico, disturbi del comportamento alimentare e patologie gravi come quelle psicotiche.

Nella consulenza, della durata di tre sedute, viene identificato e indicato alla persona l’eventuale percorso adeguato alle sue esigenze.

Apportiamo un aiuto profondo solo quando nella relazione rischiamo noi stessi come persone, quando sperimentiamo l’altro come una persona con i suoi diritti: solo allora ha luogo un incontro ad una profondità tale da dissolvere il dolore della solitudine in entrambi, nel cliente come nel terapeuta.

CONSULENZA FAMILIARE

Il Consulente Familiare si occupa di tutto il ciclo familiare fin dalla sua origine: dall’individuo in relazione alla sua famiglia, alle coppie di fidanzati, alle coppie di persone sposate o conviventi, alle coppie di genitori e all’intero gruppo familiare, che affrontano le normali difficoltà della vita e dei cicli della famiglia.

Il Consulente della coppia e della famiglia è il professionista socio-educativo, si può dire “professionista delle relazioni umane”, che, “con metodologie specifiche, aiuta i singoli individui, la coppia o il nucleo familiare a mobilitare, nelle rispettive dinamiche relazionali, le risorse interne ed esterne per affrontare le situazioni difficili” nel rispetto delle convinzioni etiche dell’utente. La consulenza familiare rappresenta l’opportunità di portare avanti un percorso al termine del quale il cliente è capace di riscoprire le sue risorse personali e di fare scelte autonome.

Gli individui hanno in se stessi ampie risorse per auto-comprendersi e per modificare il loro concetto di sé, gli atteggiamenti di base e gli orientamenti comportamentali. Queste risorse possono emergere quando può essere fornito un clima definibile di atteggiamenti psicologici facilitanti.

Gli individui hanno in sé stessi ampie risorse per auto-comprendersi e per modificare il loro concetto di sé, gli atteggiamenti di base e gli orientamenti comportamentali. Queste risorse possono emergere quando può essere fornito un clima definibile di atteggiamenti psicologici facilitanti.

Carl R. Rogers

COLLOQUIO DIAGNOSTICO STRUTTURALE

L’approccio strutturale alla diagnosi elaborato da Kernberg nasce dall’applicazione clinica di un modello integrato in cui confluiscono la psicoanalisi freudiana e kleiniana, la psicologia dell’Io, la teoria delle relazioni oggettuali, le ricerche sull’infanzia e sulla biologia delle emozioni. L’obiettivo di questa valutazione strutturale è quello di elaborare un profilo delle diverse organizzazioni di personalità che possa facilitare la diagnosi differenziale e permetta di elaborare indicazioni prognostiche e terapeutiche affidabili, ponendo l’attenzione sulle configurazioni di processi inter-correlati tra loro che costituiscono la struttura di personalità.

In tutti questi anni ho avuto l’opportunità di migliorare le mie competenze grazie anche alle molte supervisioni alle quali ho partecipato e, negli ultimi 15 anni, diretto.

  • Consulenza
    psicoanalitica, familiare, colloquio diagnostico strutturale
  • Formazione
    corsi monografici, seminari, corsi residenziali, convegni, incontri di approfondimento

Psicoanalisi: libero arbitrio

La psicoanalisi é nata come approccio clinico al malessere individuale, e tale continua ad essere. Anche il concetto di coppia, o di famiglia, o di gruppo, implica la considerazione dell’elemento individuale che si aggiunge, si arricchisce o si modifica nell’incontro con l’individuale dell’Altro.Insisto ad affermare… Leggi tutto »Psicoanalisi: libero arbitrio