La psicoanalisi fa parte della mia vita, o forse è diventata la mia vita, da quasi quarant’anni.
La nostra vita è una ricerca interiore che compiamo attraverso la conoscenza di persone che incontriamo ad un certo punto della fase terrena della nostra esistenza, persone che rappresentano occasioni di crescita e di progressiva conquista dell’autoconsapevolezza. Gli incontri avvengono per caso, ma non è casuale l’attenzione che noi diamo agli eventi che ci accadono o alle persone che conosciamo.
La mia storia, che pure è tormentata per alcuni aspetti, è estremamente fortunata da questo punto di vista.
Ho frequentato il liceo classico, perchè mi piacevano le materie umanistiche e perchè fin da ragazzina pensavo che la natura fosse splendida da contemplare e da conoscere.
Sono sempre stata convinta dell’impossibilità per l’essere umano di raggiungere quell’onnipotenza nella conoscenza dell’universo e nella manipolazione della natura che tuttora ritengo una sorta di delirio distruttivo. Invece conoscere l’Uomo, la sua storia, capire i suoi pensieri, leggere le sue creazioni… questo sì, mi affascinava.
Fui fortunata. Trovai quello che cercavo. Il liceo fu un’esperienza bellissima, anche se con alcune ombre, peraltro presenti in qualsiasi esperienza della storia di tutti. Mia nonna, saggia come tutte le nonne, diceva che “più grande è la medaglia, più grande è il suo rovescio”. Credo fosse proprio vero.
Alla fine del liceo, comunque, ero soddisfatta e contenta non solo di ciò che avevo appreso, e che mi aveva fatto venire voglia di apprendere ancora, e più profondamente, aderente com’ero diventata ad un’impostazione per così dire socratica della conoscenza. Sapevo di non sapere.
Avevo il desiderio di continuare
Scelsi di iscrivermi a Filosofia con l’indirizzo psicologico, che allora esisteva nella mia città. Allora Psicologia era presente solo a Padova e a Roma, e la mia famiglia non aveva i mezzi per farmi studiare in un’altra città. Fui ancora fortunata. Anche all’università trovai quello che stavo cercando. E ancora una volta, con la mia laurea in mano, avevo voglia di continuare.
Volli “regolarizzare” la mia formazione universitaria in Psicologia andando alla Sapienza di Roma a completare anche formalmente il mio iter. E nel frattempo, cercavo… Frequentai parecchi corsi più o meno impegnativi, andai a tutte le conferenze e a tutti i convegni possibili cercando un’indicazione per capire dove volevo andare.
Incontrai per caso un amico che conoscevo dal liceo, e mi raccontò che era nato in città un consultorio familiare privato che si stava attrezzando e per iniziativa del quale era stato organizzato un corso per consulenti familiari che sarebbe iniziato di lì a poco. Decisi di provare a vedere se questa cosa poteva far parte del mio percorso.
E, ancora una volta, fui fortunata. Anzi, fortunatissima, perchè tra i docenti che in quel corso triennale vennero ad insegnare c’era anche quel professor Giorgio Maria Ferlini che rappresenta in assoluto la mia principale figura di riferimento in ambito professionale.
Ed ecco ancora il caso: si stavano aprendo le selezioni per l’ammissione ad una scuola di Psicoterapia Psicoanalitica gestita dal Ce.R.P. di Trento, sotto la guida altissima di Paul-Claude Racamier, uno dei nomi più significativi della psicoanalisi europea, scuola di cui il prof. Ferlini era uno dei responsabili.
Fui ammessa.
E iniziò così la mia avventura nella Psicoanalisi.