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La gravidanza: momento di estrema vulnerabilità

La gravidanza è un periodo delicatissimo nella vita della donna, in cui l’emotività fa la parte del leone, dando luogo ad un malessere che precede l’acquisizione di un nuovo equilibrio e che impone una riorganizzazione di tutte le esperienze precedenti. Come la pubertà e la menopausa rappresenta una tappa fondamentale nel processo di maturazione psichica, che mette a dura prova la salute mentale, in quanto in condizioni favorevoli determina l’acquisizione di livelli più integrati di identità personale e coscienza di sé, mentre in condizioni difficili può provocare esiti nevrotici di varia gravità.
Quando ha un bambino, la donna deve adeguare la propria identità passando dal ruolo di figlia a quello di madre, in un processo che inizia con il concepimento e che impone di risistemare tutto ciò che si è sviluppato dall’infanzia e che ha segnato la vita della donna.

Questo processo è caratterizzato da un’altalena di umori tra essi contrastanti, dall’entusiasmo all’angoscia, e comunemente si traduce in una situazione di stress psicofisico in cui riscontriamo una certa difficoltà a riposare, la tendenza a pensare insistentemente alle incognite della nuova esperienza che si sta vivendo, una maggiore instabilità nelle modalità relazionali e una diffusa sensazione di fragilità.
Quando la scoperta della gravidanza avviene in una situazione sfavorevole, può costituire un trauma, e quindi rappresentare un momento estremamente critico, non solo a causa delle condizioni in cui la donna si trova, ma anche perchè dopo il concepimento si attivano immediatamente i processi maturativi che la rendono tanto vulnerabile. L’attaccamento della mamma al suo bambino inizia subito dopo il concepimento al di là della volontà o meno della donna di proseguire la gravidanza, in quanto i processi psichici che lo sottendono sono inconsci ed esulano dal controllo consapevole della donna. Questo spiega perchè le donne, quando si trovano nella situazione di dover scegliere se proseguire la gravidanza o interromperla, si trovano di fronte a vissuti ambivalenti e dolorosi che contribuiscono au aumentare la vulnerabilità della donna a influenze interne ed esterne. In effetti una persona in crisi si sente esaurita, sconfortata, inadeguata confusa, e di conseguenza è possibile che affidi ad altri la responsabilità di decisioni anche delicate. Per questo sin troppo spesso si verificano situazioni in cui genitori, partner, amici, personale sanitario o altre figure significative possono avere una grandissima influenza sulla decisione finale.


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